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  • I residenti di Castello scrivono a Bergoglio: «Non servono le guerre per perdere la casa»
    by Vera Mantengoli on 17 April 2024 at 4:39

    «Caro Santo Padre». Inizia così la lettera che privatamente il Gruppo San Pietro e Sant’Anna di Castello ha inviato a Papa Francesco, in visita a Venezia il 28 aprile. Il comitato ha scritto a Bergoglio per «farLe sentire la nostra voce», consapevoli che il loro messaggio potrebbe essere una bottiglia nel mare. «ParlandoLe delle famiglie che abitano nell’antico Palazzo del Patriarca di Venezia a San Pietro di Castello (il monastero poi diventato la caserma Sanguineti ora dismessa, ndr), di proprietà dello Stato italiano, pagando regolarmente il canone degli alloggi dove vivono, desideriamo mostrarLe cosa si nasconde dietro le quinte di questa vetrina di prestigio per l’arte contemporanea che è diventata in questi giorni la nostra città». I residenti hanno spiegato al Papa la loro storia. «Immagini solo di ricevere, una mattina, una lettera che l’informa che deve svuotare la casa in cui ha vissuto per decenni, di cui si è preso cura con amore e dedizione, nelle cui pietre sono sedimentati ricordi personali e storie antiche di secoli, per lasciare posto, nel 2026, a una struttura ricettiva di lusso pronta a ricevere i clienti». Il riferimento è alla situazione dell’area che ha visto più volte assemblee e incontri cittadini per dire no a qualsiasi progetto che preveda lo sfratto. «Un progetto di una società straniera, convalidato e sostenuto dall’amministrazione locale». Che «sconvolge i giorni e le notti di queste persone alcune delle quali hanno ben oltre ottant’anni e sono particolarmente fragili. Sì, caro Santo Padre, a volte non è necessario vivere in un paese in guerra per subire la tragedia di essere cacciato di casa: anche questa è una realtà brutale che lascia gli abitanti dell’ex Palazzo Patriarcale tanto più disarmati, quanto più le potenze predatorie aggirano la legge, o la distorcono, con l’aiuto di coloro che sono stati eletti per farla rispettare. Sperare nell’aiuto dell’amministrazione rende queste famiglie come agnelli che, inseguiti dai lupi, si rifugiano dal macellaio». La lettera si conclude chiedendo sostegno al Papa per «ricevere da Lei un po’ di conforto per resistere alle potenze speculatrici e continuare a vivere nelle nostre case, come i normali residenti di una città normale. Certi del Suo paterno ascolto, la ringraziamo infinitamente».

  • Muore di overdose, il padre: «Nicolas poteva essere salvato»
    by Rosario Padovano on 17 April 2024 at 4:38

    «Mio figlio si sarebbe potuto salvare. Io non mi rassegno. Ora che è morto, vado fino in fondo». Minaccia querele Emilio Ridolfo, il padre di Nicolas, morto a 29 anni lunedì alle 0.25, all’ospedale di Portogruaro, dopo essersi iniettato dei farmaci. «Tutti sapevano che mio figlio era tossicodipendente.Ho provato a farlo ricoverare in Psichiatria, ma non c’è stato verso. Non rientrava nelle casistiche. Ho cercato di portarlo in strutture per la disintossicazione, e in un caso mi chiedevano 150 euro al giorno, che non posso permettermi». Mercoledì alle 16 verrà eseguita l’autopsia. L’ha disposta il pubblico ministero di Pordenone, Federico Baldo. Quella di Nicolas, purtroppo, sembra una tragedia annunciata. L’ennesima inaccettabile morte per droga che riguarda Caorle. Un dubbio però arrovella da lunedì notte il padre. Qualcuno avrebbe dovuto fare di più? Il padre di Emilio poi denuncia anche la mancanza di umanità di alcuni operatori sanitari, uno soprattutto. Tutto già messo a verbale. L’ Asl 4 del Veneto orientale per il momento non commenta. Emilio, pur separato dalla moglie Sarka Zilkova, ha voluto stare vicino alla donna e all’altro figlio, David Ridolfo. Ieri mattina tutti assieme erano al Borghetto, la zona di La Salute di Livenza in cui la famiglia abitava ancora unita qualche tempo fa. Le circostanze di domenica, tutte, sono state sfortunatissime. Domenica mattina Nicolas è rimasto a piedi con l’automobile a Musile di Piave. Stava già molto male. «L’ho recuperato e siamo andati al Pronto soccorso di San Donà – racconta Emilio Ridolfo – mi sono assentato un momento e al mio ritorno non l’ho più trovato. Poi è rispuntato con dei farmaci che lui aveva arraffato dall’ospedale. Stava malissimo, andava sorvegliato». Nicolas ha insistito col padre per andare a fare la spesa nel vicino Ipermercato a San Donà. Tra i beni acquistati sono spuntate le siringhe. «Mi sono arrabbiato, non volevo ma poi le ha portate con sé». A un certo punto Nicolas si è immalinconito. «Papà, voglio dormire con te, dormiamo insieme». E ancora. «Portami dalla nonna». Richiesta acconsentita. «Voleva stare con lei, per l’ultima volta» ha aggiunto Emilio. Nel frattempo Nicolas si era già iniettato i farmaci per ridurre l’effetto del consumo di droga. Sono arrivate due ambulanze. «La prima l’ha chiamata lui e secondo me è arrivata dopo troppo tempo. A bordo non c’era il medico. Poi è sopraggiunta un’ambulanza da Jesolo col medico a bordo». È qui, all’esterno della casa della nonna, che uno degli operatori si sarebbe espresso male, urtando la sensibilità del padre. Infine la corsa disperata all’ospedale di Portogruaro. Nicolas era ancora vivo. «Vi prego, salvate mio figlio» ha detto più volte al Pronto soccorso Emilio. Ma purtroppo non è stato possibile.

  • Veneto, mozioni contro le guerre: il centrodestra si divide in Consiglio regionale
    by Enrico Ferro on 17 April 2024 at 4:19
  • Le tensioni del mondo  entrano alla Biennale. Il messaggio di Israele
    by Enrico Tantucci on 17 April 2024 at 4:19

    Il Padiglione resterà chiuso «fino al rilascio degli ostaggi». La Polonia espone la guerra in Ucraina e l’Ucraina i video dell’invasione russa. Dall’Iran per ora sale vuote

  • Foto hard di minorenni nel telefonino: 24enne denunciato per pedopornografia
    by Gigi Sosso on 17 April 2024 at 2:00
  • Vaporetto in balia delle onde, attracco difficile per il vento
    on 16 April 2024 at 14:51

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